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[意语阅读] 意大利语阅读资料:《达芬奇密码》第一章(一)

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发表于 2012-8-17 13:38:10 | 显示全部楼层 |阅读模式
  Robert Langdon riprese coscienza lentamente. Un telefono squillava nel-l'oscurità, uno scampanellio acuto. Un suono che non gli era familiare. Cercò a tastoni la lampada sul comodino e la accese. Sollevando le palpe-* @  r0 n0 q/ @$ G! D
  bre ancora gonfie per il sonno, si guardò attorno e scorse una ricca camera da letto in stile, con mobili Luigi XVI, pareti affrescate e un colossale letto in mogano col baldacchino.; N2 u& m# K: _8 y- F
  "Dove diavolo sono finito"
; @5 f( F! ]; E  L'accappatoio in tessuto jacquard appeso a una delle colonne portava lo stemma HOTEL RITZ PARIS./ u1 c6 |' v7 [" U* K8 U$ b/ @
  Pian piano, la nebbia cominciò ad allontanarsi dal suo cervello. Langdon sollevò il ricevitore. Pronto- o- V$ _( Q, x; s/ R2 c
  Monsieur Langdon chiese un uomo. Spero di non averla svegliata. Con la mente ancora confusa dal sonno, Langdon lanciò un'occhiata alla sveglia sul comodino. Mezzanotte e trentadue. Si era addormentato meno di un'ora prima, ma si sentiva come un'anima ritornata dal regno dei morti.% I& G$ C; R( x: ^+ [' A5 a
  Qui è la portineria, Monsieur. Mi scusi il disturbo, c'è una persona che chiede di lei. Insiste che è urgente.
- a) ~+ O% M3 v, K* T* W+ p1 h2 k& E  Langdon faticava ancora a connettere. "Una persona" Lesse oziosamen-te la scritta su un cartoncino posato sul comodino.- `5 W6 R) n8 H
  L'UNIVERSITà AMERICANA DI PARIGI
- p+ t  Z' X3 u, F: R8 D& {/ [/ }  è LIETA DI PRESENTARE UNA SERATA CON& y8 Y6 l6 C' E& W$ l1 b' U( d
  ROBERT LANGDON
0 p" [; }0 y- t$ G! v1 k  PROFESSORE DI SIMBOLOGIA RELIGIOSA, HARVARD UNIVERSITY& o/ N0 ?( R# M: K. }6 V! P+ b
  Langdon gemette tra sé. La sua conferenza — una proiezione di diaposi-tive sulla simbologia pagana nascosta nelle pietre della Cattedrale di Char-tres — doveva avere arruffato il pelo a qualche ascoltatore fondamentali-sta. Probabilmente uno studioso di religioni l'aveva seguito fino all'albergo per insultarlo.
# D- I& j* n- y  Mi dispiace disse Langdon ma sono stanco e...
0 C0 d. K/ q, L4 Q. a4 t  Mais, monsieur insistette il portiere abbassando il tono di voce e sus-surrando in fretta: Il suo visitatore è una persona importante.
$ r$ I: N& s( i- e" _8 F  Langdon non ne dubitava. I suoi libri sull'arte religiosa e sulla simbolo-gia del culto lo avevano reso, a dispetto delle sue intenzioni, una celebrità nel mondo dell'arte; inoltre, l'anno precedente, la sua visibilità si era molti-plicata per cento a causa del suo coinvolgimento in un incidente avvenuto nel Vaticano, a cui era stata data un'amplissima pubblicità. Da allora il flusso di storici convinti della propria importanza e di maniaci dell'arte che suonavano alla sua porta non si era più arrestato.
/ s6 |5 E9 Y; S' V6 Q  Per favore, mi può usare la gentilezza rispose Langdon, il quale fati-cava a non lanciargli qualche improperio di farsi lasciare il nome e il nu-mero di telefono di questa persona, e di dirle che farò del mio meglio per chiamarla prima di lasciare Parigi, martedì prossimo Grazie. E riaggan-ciò, prima che il portiere potesse protestare.
5 X0 t# O- p! U& I# r. Q& p  Seduto sul letto, Langdon guardò con ira la guida dell'albergo, appoggia-ta sul comodino. La copertina vantava: DORMIRE COME UN BAMBI-NO NELLA CITTà DELLE LUCI. BUON SONNO AL RITZ DI PARI-GI. Alzò la testa e fissò lo specchio a parete davanti a lui. L'uomo che gli ricambiò lo sguardo era un estraneo, spettinato ed esausto.
+ Q, z' d7 ]" h! Y  "Hai bisogno di una vacanza, Robert."
. H5 s/ a* a: c; q  L'ultimo anno lo aveva stancato moltissimo, ma a Langdon non piaceva vederne la prova allo specchio. I suoi occhi azzurri, di solito acuti e vivaci, erano velati e gonfi. La mascella forte era coperta dalla barba scura di un giorno e così il mento, tagliato verticalmente da una fossetta. Sulle tempie, le strisce grigie si erano allargate, annettendosi nuove aree del suo cespu-glio di capelli scuri e ricciuti. Anche se le colleghe sostenevano che il gri-gio accentuava il suo fascino di studioso, Langdon non si faceva illusioni.
# v* h3 }. E# E6 M- ~9 t" A% y  "Se il 'Boston Magazine' mi vedesse ora."8 {" `; Q) x7 }1 ^2 W5 G
  Il mese precedente, con grande imbarazzo di Langdon, il "Boston Magazine" lo aveva elencato tra le dieci persone più affascinanti della cit-tà, un discutibile onore che lo aveva reso oggetto di infinite battute da par-te dei colleghi di Harvard. Quella sera, a cinquemila chilometri da casa, il complimento era tornato ad assillarlo alla conferenza da lui tenuta.
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