17. Pinocchio mangia lo zucchero, ma non vuol purgarsi: però quando vede i becchini che vengono a portarlo via, allora si purga. Poi dice una bugia e per gastigo gli cresce il naso.9 P5 {, t# \% Y1 e1 \& C
I quattro conigli neri con la bara per Pinocchio, S0 L1 M4 G* x' b* ]# c6 y
Appena i tre medici furono usciti di camera, la Fata si accostò a Pinocchio e, dopo averlo toccato sulla fronte, si accorse che era travagliato da un febbrone da non si dire.6 J- C' M0 s( m: S/ K3 x
Allora sciolse una certa polverina bianca in un mezzo bicchier d'acqua, e porgendolo al burattino, gli disse amorosamente:. R( W* Q9 j& C8 S6 ]# q1 k
"Bevila, e in pochi giorni sarai guarito."
8 Z8 d, r# E# M- X8 I$ F& h% a Pinocchio guardò il bicchiere, storse un po' la bocca, e poi dimandò con voce di piagnisteo:
8 R6 [/ Y1 V1 _ V z "è dolce o amara?"
3 U/ S: Z- g6 L* M+ Z/ p "è amara, ma ti farà bene."/ f9 n# j+ d7 {
"Se è amara, non la voglio."$ b* c# U3 A' b
"Da' retta a me: bevila."! e6 C9 f k/ S- _" M& ?' I8 S
"A me l'amaro non mi piace."
/ E3 `+ k h5 b2 J "Bevila: e quando l'avrai bevuta, ti darò una pallina di zucchero, per rifarti la bocca."6 R$ V) V7 P" [' V* ~' m/ |
"Dov'è la pallina di zucchero?"5 }: N# f7 E3 E; ^: \) _7 G' j# y
"Eccola qui", disse la Fata, tirandola fuori da una zuccheriera d'oro.
- _; R, S/ k! \1 N "Prima voglio la pallina di zucchero, e poi beverò quell'acquaccia amara..."
& w, V& A: q( o. S3 P2 [# C2 Q "Me lo prometti?": @8 x2 h+ U) M" ?2 g" b3 Q
"Sì..."2 E* q+ l$ c8 \7 y, ^+ x
La fata gli dette la pallina, e Pinocchio, dopo averla sgranocchiata e ingoiata in un attimo, disse leccandosi i labbri:8 L2 S) j# s5 m/ X* x6 y& P9 P" ~) N
"Bella cosa se anche lo zucchero fosse una medicina!... Mi purgherei tutti i giorni."
% S9 g4 s. q" Q n/ I. T& J' P) R0 e "Ora mantieni la promessa e bevi queste poche gocciole d'acqua, che ti renderanno la salute."
" [: G+ x$ G `2 x8 x: j$ x Pinocchio prese di mala voglia il bicchiere in mano e vi ficcò dentro la punta del naso: poi se l'accostò alla bocca: poi tornò a ficcarci la punta del naso: finalmente disse:
5 \4 W; E0 T+ z1 g7 p: p "è troppo amara! troppo amara! Io non la posso bere."
$ Z6 ~. R$ w$ e4 I "Come fai a dirlo se non l'hai nemmeno assaggiata?"
% X# @, t9 [$ S$ S' }1 j. E R: L "Me lo figuro! L'ho sentita all'odore. Voglio prima un'altra pallina di zucchero... e poi la beverò!..."
3 P% Q- v- {& o6 p Allora la Fata, con tutta la pazienza di una buona mamma, gli pose in bocca un altro po' di zucchero; e dopo gli presentò daccapo il bicchiere.
1 X& {, y {" p, `$ A( w3 s "Così non la posso bere!" disse il burattino, facendo mille smorfie.
5 f, q w; `7 c! v "Perché?"3 P; Y) {# B+ s8 T* y
"Perché mi dà noia quel guanciale che ho laggiù sui piedi.", I* e- F; |8 r* h& M
La Fata gli levò il guanciale.1 `+ a6 C5 k: I
"è inutile! Nemmeno così la posso bere..."
0 e! y* f" G0 _- g+ c "Che cos'altro ti dà noia?": G* m# l5 D" v0 f
"Mi dà noia l'uscio di camera, che è mezzo aperto."
2 t* Q% o& L3 w5 Q% o: l4 m! O La Fata andò e chiuse l'uscio di camera.
% o" H9 _7 `- E# [" ]3 [ "Insomma", gridò Pinocchio, dando in uno scoppio di pianto, "quest'acquaccia amara, non la voglio bere, no, no, no!..."& Z: P$ s; J) i" V# o9 L
"Ragazzo mio, te ne pentirai..."
8 p# O. B' D4 X8 i "Non me n'importa..."
( {5 S1 g- M( M( L0 F7 S "La tua malattia è grave...", M1 l+ N0 C( k) ~3 n3 f' _
"Non me n'importa..."( `$ O1 v* w+ v8 V% c: A
"La febbre ti porterà in poche ore all'altro mondo..."5 a# t0 g6 i, L
"Non me n'importa..."
' {& q! E. t8 f; K4 S% _& r: m# U "Non hai paura della morte?"
3 q- P' q* H% O/ \8 V" H "Punto paura!... Piuttosto morire, che bevere quella medicina cattiva."
9 H; p# Z. p2 ?# S A questo punto, la porta della camera si spalancò ed entrarono dentro quattro conigli neri come l'inchiostro, che portavano sulle spalle una piccola bara da morto.
- a+ e/ D! y9 T4 j% A "Che cosa volete da me?" gridò Pinocchio, rizzandosi tutto impaurito a sedere sul letto.
5 q/ H5 Q2 G$ j: t4 S( k8 [ "Siamo venuti a prenderti", rispose il coniglio più grosso.
& T& o3 _- _ Z "A prendermi?... Ma io non sono ancora morto..."
+ m+ v: I6 q- h0 ^: l. ~ "Ancora no: ma ti restano pochi minuti di vita avendo tu ricusato di bevere la medicina, che ti avrebbe guarito dalla febbre!..."
0 y6 h) _: c! v; B+ f# q "O Fata, o Fata mia, cominciò allora a strillare il burattino, datemi subito quel bicchiere... Spicciatevi, per carità, perché non voglio morire, no... non voglio morire..." |